FESTA DEI LAVORATORI?
Ci sono date che ci offrono l’occasione per riflettere sulla condizione sociale che stiamo vivendo e quella del 1° Maggio lo è di certo.
Nella Festa dei Lavoratori, ciò che salta immediatamente agli occhi è la ricerca del senso di una “festa del lavoro” in un Paese dove il lavoro nero è da primato, la precarietà è crescente così come il lavoro sottopagato o non pagato proprio.
La possibilità di sentirsi sicuri nell’avere un lavoro e/o sul lavoro è un tema costante nell’attualità: le cronache, ogni giorno, non mancano di riportarci il conteggio aggiornato delle morti bianche o di quanto i privilegi economici di pochi stridano con le sofferenze di molti.
Volendo fare un’analisi – anche veloce – sulla “salute” del Lavoro in Italia si vede chiaramente come l’esercito dei senza-lavoro o di coloro che svolgono attività ad intermittenza p di quanti hanno smesso di cercane uno sia spaventosamente crescente (anche) a causa del Covid, in particolare fra le donne e i giovani, sempre più spesso costretti ad emigrare all’estero. E’ evidente, inoltre, come per la prima volta la generazione successiva non stia meglio della precedente e tanti nonni costituiscano la vera cassaforte di famiglie in crisi sul fronte economico.
Occorre dunque rimettere le “persone” al centro dell’economia e non viceversa. Non dobbiamo perderlo di vista. Mai.