Autonomia regionale differenziata

RIASSEGNARE AL PARLAMENTO TUTTE LE MATERIE DI INTERESSE NAZIONALE STABILENDONE I REQUISITI MINIMI CHE OGNI REGIONE DEVE GARANTIRE

Autonomia regionale differenziata
L’articolo 116, terzo comma, della Costituzione prevede la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario (c.d. “regionalismo differenziato” o “regionalismo asimmetrico”, in quanto consente ad alcune Regioni di dotarsi di poteri diversi dalle altre), ferme restando le particolari forme di cui godono le Regioni a statuto speciale (art. 116, primo comma).
Se consideriamo e analizziamo attentamente i dati che emergono dalla singola gestione delle Regioni nelle materie di prioritario interesse per il cittadino – si pensi in primis alla Sanità e all’Istruzione – risultano degli squilibri notevoli che si traducono in una differente qualità e quantità dei servizi di cui il cittadino ha potuto godere. Inoltre si sono registrate situazioni, come si è visto nei mesi di emergenza Covid, di confusione e nelle quali non si sono spesso garantiti i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che hanno fatto rischiare di aggravare ulteriormente il divario tra il Nord e il Sud del Paese. A tal proposito, la nostra proposta è quella di riassegnare al Parlamento tutte le materie di interesse nazionale stabilendone i requisiti minimi che ogni regione deve garantire; questo per noi comporta anche la soppressione delle Regioni a statuto speciale, che dal momento della loro formazione ad oggi, essendo cambiate moltissime cose, non hanno più motivo di rimanere in piedi.

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